La Visione del fotografo - di Michael Freeman

di Federico Cioni

visione fotografo freemanQuando ho visto la copertina spuntare dalla vetrina di una libreria mi sono precipitato all'interno del negozio per comprarne una copia ipnotizzato da quel sottotitolo tanto intrigante quanto ingannatore: "Capire l'opera dei grandi maestri".

Mi sono detto "Wahoo, ecco un libro che ci spiega i trucchetti dei fotografi professionisti!". Niente di più sbagliato: il libro di Freeman è qualcosa di diverso e di così specifico da essere difficile da classificare nella nostra biblioteca.

Tentiamo una sintesi. La visione del fotografo non è (soltanto) quella attraverso l'oculare. E' il suo modo di vedere il mondo che ci circonda, è il suo modo di pensare, di concepire la fotografia, è il ruolo del fotografo nella società e tant'altro. La visione del fotografo è il suo bagaglio culturale, l'insegnamento dei maestri che l'hanno preceduto, le aspettative del pubblico, le esigenze del mercato e le pretese del committente.

Le tante belle fotografie di grandi maestri che formano il volume, non sono il punto di partenza per l'analisi, bensì il risultato di come l'autore vede la fotografia ancor prima della scena.

E' abbastanza evidente che la foto non è solo quello che c'è davanti l'obbiettivo, ma anche quello che si trova dietro l'oculare. Ognuno di noi, consciamente o inconsciamente, è influenzato da tanti fattori. Freeman cerca di renderci consapevoli di queste variabili.

Strutturalmente il libro si compone di tre tappe:

  • La prima approfondisce gli elementi che determinano il successo o l'insuccesso di una fotografia. E' una parte introduttiva che aiuta ad imparare a "leggere" le fotografie.
  • La seconda applica i concetti appresi precedentemente alle opere dei maestri. Aiuta in questa analisi muoversi all'interno dei generi fotografici (fotografia paesaggistica, sportiva, ritrattistica). Conoscere in che acque nuota il nostro autore è un importante vantaggio per capirne la forza. La tecnica di un fotografo che lavora come reporter di guerra per dei quotidiani con l'intento di denunciare gli orrori dei conflitti è differente da chi fotografa prodotti di lusso da inserire nel catalogo del produttore. Se poi si scopre che i due fotografi di cui sopra sono in realtà la stessa persona, appare ancora più evidente quanto la fotografia sia una questione di scelte, non soltanto di estro.
  • La terza tappa è indagare sulle doti del fotografo, cioè su come egli abbia interpretato il suo genere. Non si tratta di padroneggiare una tecnica, si dà per scontato che un professionista sappia scattare foto, ma di operare coerentemente con i propri obiettivi. Pensiamo alle disuguaglianze tra ceti sociali. Alcuni autori hanno fotografato poveri e ricchi assieme per evidenziarne il contrasto. Altri percorrono la strada inversa dedicando, ad esempio, tutto un lavoro ad un unico soggetto in modo da creare tra il protagonista e l'osservatore un legame, una simpatia, un qualcosa che ci faccia sentire dalla sua parte. Questi due modi di gestire lo strumento: la ricerca del contrasto o dell'armonia, sono le doti che il fotografo usa per comporre il proprio messaggio.

Concludendo, il libro è ben fatto, ricco di spunti e notizie. Freeman mescola dati tecnici con notizie da "dietro le quinte" dimostrando un ottima tecnica di scrittore. Va anche detto non è certo una lettura da spiaggia: si pone obiettivi ambiziosi e presuppone una buona conoscenza del funzionamento della comunicazione in senso lato e della storia della fotografia.